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proiezione

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Notte Bianca

23.11.2023

  • Artisti
  • Mali Arun
  • Ismaïl Bahri
  • Séverine Ballon
  • Hélène Bertin
  • Alix Boillot
  • Madison Bycroft
  • Laure Cadot
  • Céline Curiol
  • Jean-Charles de Quillacq
  • Ophélie Dozat
  • Hamedine Kane
  • Kapwani Kiwanga
  • Laure Limongi
  • Morad Montazami
  • Justinien Tribillon
  • Martin Planchaud
  • Clémence Quélennec
  • Pierre Adrian
  • Luca Di Giovanni
  • Bianca Friscelli
  • Valentina D’Angelo
  • Rä di Martino
  • Andrew Iacobucci

La Nuit Blanche è un’occasione per il pubblico romano di scoprire le ricerche e le sperimentazioni dei residenti nel campo delle arti visive, della musica, della letteratura, del restauro del patrimonio, della storia dell’arte e della curatela. In questo modo, Villa Medici diventa lo scenario di un dialogo tra creazione contemporanea, patrimonio e paesaggio. Spettacoli, letture, concerti, installazioni e proiezioni scandiscono la serata, intrecciando l’architettura della sede e della città e permettendo ai visitatori di sperimentare l’ampia gamma di ricerche portate avanti dall’Accademia. Concepita come una passeggiata attraverso l’edificio storico e i giardini di Villa Medici, l’edizione 2023 della Nuit Blanche aprirà per la prima volta le porte di alcuni degli studi residenti che hanno ospitato artisti e ricercatori in residenza nel corso dei secoli. Il percorso dell’evento, concepito come una coreografia di suoni, forme, luci e voci, alterna spazi privati e pubblici per ricreare lo scenario in cui prendono vita i vari progetti di ricerca. I manufatti creati durante un laboratorio didattico per i visitatori più giovani, che sono invitati a osservare, visitare e partecipare attivamente all’evento, fanno parte dell’itinerario, così come un’installazione luminosa che invita i visitatori a scoprire le opere offrendo una personale interpretazione di Villa Medici.  

Programma

19.00 Salone Grande

Céline Curiol con Luca Di Giovanni La Dynamique de l’oeuf Lecture (FRA / IT) 25′

19.30 Fontana di Piazzale

Alix Boillot, con Valentina D’Angelo Grace 10′ performance

20,00 Salone della musica

Laure Limongi Liber medicus Conferenza eseguita (IT) 25′

20.45 Gran Salone

Pierre Adrian, con Bianca Friscelli e Clémence Quélennec I giorni del mare Lecture, Musica (FR / IT) 20′

21.15 Fontana di Piazzale

Alix Boillot, con Valentina D’Angelo Grace 10′ performance

22.00 Salone della musica

Laure Limongi Liber medicus Conferenza eseguita (FR) 25′

22.30 Gran Salone

Céline Curiol, con Luca Di Giovanni La Dynamique de l’oeuf Lecture (FRA / IT) 25′

23.00 Salone Grande

Pierre Adrian, con Bianca Friscelli e Clémence Quélennec I giorni del mare Lecture, Musica 20′ (FR / IT)

19.00-22.00 Antichambre, Salone Lili Boulanger

Séverine Ballon Sala d’ascolto Musica

18.30 / 19.30 / 20.30 / 21.30 / 22.30 Sala cinema

Madison Bycroft Charlotte (video, 2022) VO ENGL, ST FR 40′

Informazioni pratiche

Gratuito, prenotazione obbligatoria dalle 18:00 alle 12:00 Giardini e aree storiche di Villa Medici

La notte in immagini

Performance dans le Grand salon par les pensionnaires de la promotion de 2023-2024

Per saperne di più

Partner della Nuit Blanche 2023

CHANEL ACADÉMIE DES BEAUX-ARTS FONDATION LOUIS ROEDERER FONDATION BANQUE POPULAIRE INSIDE ART

I commissari

IUNO

IUNO è un centro di ricerca per l’arte contemporanea con sede a Roma, fondato da Ilaria Gianni e Cecilia Canziani in collaborazione con Giulia Gaibisso. Nato dal desiderio di offrire spazio e tempo all’incontro tra persone, luoghi e linguaggi, IUNO è più interessato ai processi che ai progetti e disorganizza la conoscenza.

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CECILIA CANZIANI

Cecilia Canziani è una curatrice indipendente e docente presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. È co-fondatrice, insieme a Ilaria Gianni, del centro di ricerca sull’arte contemporanea IUNO e, con Angelika Burtscher, Agnese Canziani e Daniele Lupo, del progetto editoriale di libri per bambini Les Cerises. Collabora regolarmente con Flash Art e i suoi testi sono apparsi in cataloghi e monografie.

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ILARIA GIANNI

Ilaria Gianni è una curatrice indipendente, critica d’arte e docente. Insieme a Cecilia Canziani, è co-fondatrice diIUNO, un centro di ricerca sull’arte contemporanea, e con Maria Alicata e Adrienne Drake del Magic Lantern Film Festival, un festival dedicato ai legami e alle dinamiche tra le arti visive e il cinema.

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Gli artisti

Mali Arun

Mali Arun (Francia, 1987) è una videoartista e regista. Il suo lavoro si colloca a metà strada tra la fiction, il film documentario e il video d’arte, mettendo in discussione ed esplorando spazi ai margini, in movimento o in conflitto. Mali Arun ha esposto in numerosi luoghi e festival in Francia e all’estero, tra cui il Palais de Tokyo (Parigi) nel 2019, il Foam Museum (Amsterdam) nel 2020 e la Biennale di Lione nel 2022.

 

Si è diplomata all’École nationale supérieure des Beaux-Arts de Paris nel 2013 e ha vinto il Grand Prix du Salon Montrouge nel 2018.

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Ismaïl Bahri

Ismaïl Bahri (Tunisia, 1978) utilizza il video, il disegno, la scultura e il suono, senza specializzarsi. Si pone come osservatore, allestendo un dispositivo per catturare i gesti e la sperimentazione empirica, prestando attenzione a “ciò che accade”. Il suo lavoro è interessato al significato che emerge alla periferia dello sguardo, alla presenza del mondo circostante che emerge e rivela la sua presenza. Le opere di Ismaïl Bahri sono state esposte al Jeu de Paume (Parigi), al Museo Reina Sofia (Madrid), al Centre Pompidou (Parigi), a La Criée (Rennes), a La Verrière (Bruxelles), al Beirut Art Center (Beirut) e alla Staatliche Kunsthalle (Karlsruhe). I suoi film sono stati selezionati per festival come TIFF (Toronto), NYFF (New York), IFFR (Rotterdam) e FID (Marsiglia).

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Séverine Ballon

Séverine Ballon (Francia, 1980) è una compositrice e violoncellista. Queste due attività si alimentano a vicenda nella sua ricerca musicale. Nel suo lavoro di interprete, predilige le collaborazioni con i compositori, nell’intimità del processo di creazione della musica. Ha eseguito in anteprima assoli e concerti di Rebecca Saunders, Chaya Czernowin, Mauro Lanza, Philippe Leroux e Francesca Verunelli, tra gli altri. Ha studiato composizione alla Musikhochschule di Friburgo con Johannes Schöllhorn e violoncello alla Hochschule für Musik di Berlino e Lubecca con Joseph Schwab e Troels Svane. Vincitrice del concorso Luc Ferrari nel 2019, nel 2021 ha composto lo spettacolo letterario Je suis honorée d’être née dans ta tête, basato su testi di Babouillec. I suoi progetti recenti includono un pezzo per violoncello ed elettronica per il festival Transit (Louvain, 2022) e un pezzo per violoncello e clarinetto per i musicisti Åsa Åkerberg e Shizuyo Oka (Ensemble Recherche). Ha composto due colonne sonore originali per i lungometraggi del regista João Pedro Rodrigues: L’Ornithologue (2016) e Où est cette rue? (2022) diretto insieme a João Rui Guerra da Mata. Il suo album solista Solitude è stato pubblicato dall’etichetta Aeon/Outhere e il suo primo album come compositore, Inconnaissance, dall’etichetta All That Dust.

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Hélène Bertin

Hélène Bertin (Francia, 1989) afferma di avere un “approccio deliberatamente bastardo”, sia come artista che come ricercatrice. Vive a Cucuron (Vaucluse) e sviluppa la sua pratica creando legami e impegnandosi in avventure lavorative con persone appassionate, attivando sempre la nozione di alterità. Rifiutando qualsiasi lettura disciplinare, si avvicina al gesto e al materiale come strategie per unire le pratiche. Nelle sue mostre, questo intreccio di diversi tipi di oggetti e posture crea una narrazione collettiva. Nei suoi libri, si concentra su personalità marginali per trasmettere storie parallele. Per Hélène Bertin, il delicato rapporto tra vita e lavoro si gioca nella cooperazione tra i “regni” di ogni individuo. È stato l’incontro con la pratica dell’artista Valentine Schlegel a forgiare questa visione dell’arte – a cui ha dedicato un libro bio-monografico nel 2017, rinnovando radicalmente il modo di guardare a questo artista.

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Alix Boillot

Alix Boillot (1992) crea sculture, installazioni, scenografie, performance e pubblicazioni. Ciò che hanno in comune è la ricerca di un certo lato – romantico, mistico, giocoso – della nostra umanità, legato a ciò che non ha valore se non quello che gli attribuiamo noi. In altre parole, si tratta di raccogliere qui sulla terra tracce tangibili del nostro attaccamento al sacro. Diplomata all’École nationale supérieure des Arts Décoratifs di Parigi, i suoi lavori sono stati presentati alla Ménagerie de Verre (Parigi), a Lafayette Anticipations (Parigi), alla Fondation Ricard (Parigi), alla chiesa di Saint Ignace durante la Nuit Blanche (Parigi), a Plastique Danse Flore (Versailles), a Les Subs (Lione), al CND (Pantin), al CNDC (Angers), al Festival d’Automne (Parigi) e al Festival d’Avignon. Tra le sue numerose collaborazioni, ha lavorato con César Vayssié, Ivana Müller, Ola Maciejewska, Robert Cantarella, Dominique Gilliot, Anaïs de Courson, Émilie Labédan e Julien Lacroix.

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Madison Bycroft

Madison Bycroft (Australia, 1987) vive e lavora a Marsiglia. Laureata alla University of South Australia e al Piet Zwart Institute di Rotterdam, lavora con video, scultura e performance. La ricerca di Madison Bycroft si estende alle forme di lettura e scrittura, all’espressione e al rifiuto, esplorando il modo in cui potremmo reimmaginare la “lettura” (nel suo senso esteso) e la comprensione, non come risultato, ma come relazione. Madison Bycroft ha presentato il suo lavoro a Beirut, Singapore e New York, oltre che in Francia, in particolare al CAC Brétigny, alla Biennale di Rennes e al Palais de Tokyo. Nel 2022, diversi progetti di performance lo hanno portato a presentare il suo lavoro alla fiera Art Basel in Svizzera, nei giardini botanici di Cordoba e al MAXXI dell’Aquila. Più recentemente, ha presentato Joystick, un videogioco creato in collaborazione con Ubisoft.

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Laure Cadot

Laure Cadot (Francia, 1980) è una conservatrice-restauratrice specializzata nel trattamento di materiali organici e in particolare di resti umani. Laureata in storia dell’arte, museologia e ricerca applicata presso l’École du Louvre e in conservazione-restauro e conservazione preventiva (Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne), lavora da circa quindici anni come libera professionista presso collezioni pubbliche francesi ed europee. La sua ricerca sullo stato e sulla conservazione delle collezioni di resti umani l’ha portata a lavorare su questi temi poco affrontati all’interno del dipartimento di archeologia ed etnografia del Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France come project manager e a pubblicare regolarmente su riviste specializzate e libri sull’argomento.

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Céline Curiol

Céline Curiol (Francia, 1975) è una scrittrice e saggista. Ha pubblicato una dozzina di libri, tra cui Voix sans issue, Permission, L’Ardeur des pierres, Un quinze août à Paris – histoire d’une dépression, Finir par l’éternité e Les lois de l’ascension, molti dei quali sono stati tradotti all’estero. Collabora regolarmente a riviste e antologie letterarie e umanistiche. Laureata all’École nationale supérieure des techniques avancées e alla Sorbona, ha lavorato come reporter all’estero per oltre dieci anni prima di tornare a vivere in Francia, dove insegna scrittura creativa e comunicazione scritta.

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Jean-Charles Quillacq de Quillacq

Jean-Charles de Quillacq (Francia, 1979) sviluppa serie di sculture che sono allo stesso tempo organiche e astratte, concettuali e feticiste, che presenta invitando altri a partecipare ai loro protocolli espositivi. Ha prodotto diverse performance tra cui Transport Amoureux al Triangle France nel 2018 e Fraternité Passivité Bienvenue al Palais de Tokyo nel 2016. Il suo lavoro è stato oggetto di diverse mostre personali, in particolare nel 2021 presso Art 3 Valence, nel 2020 presso la galleria Marcelle Alix, che lo rappresenta, presso Bétonsalon nel 2019 e presso La Galerie, centre d’art contemporain de Noisy-le-Sec nel 2018. Recentemente ha esposto al Bemis Art Center (Omaha, Stati Uniti), al Musée d’Art Moderne de Paris, al Palais de Tokyo, alla Biennale Matter of Art di Praga e alla più recente Biennale de Rennes. Jean-Charles de Quillacq si è laureato all’École des Beaux-Arts di Lione e ha proseguito la sua formazione artistica presso la Weißensee Kunsthochschule di Berlino e la Rijksakademie di Amsterdam, dove è stato residente nel 2010 e nel 2011.

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Ophélie Dozat

Ophélie Dozat (Francia, 1993) è architetto, insegnante e ricercatrice. Laureata nel 2018 all’ENSA di Versailles e all’EHESS, sta conseguendo un dottorato in architettura presso l’École nationale supérieure d’architecture de Versailles (ENSA-V) e l’Università di Cergy-Pontoise con un progetto di ricerca che esamina il ruolo estetico del muro di contenimento nella costruzione di paesaggi. Formatasi presso 2A+PA (Roma) e DOGMA (Bruxelles), ECOLE e N. Simon Architectes (Parigi), ha co-fondato lo studio di architettura Materra-Matang a Parigi nel 2022. La sua pratica si sviluppa intorno a un’acuta analisi degli ambienti abitati e naturali, con il forte intento di collegare l’architettura al suo suolo. Insegnante all’ENSA-V, collabora anche a progetti di ricerca sulla pianificazione territoriale e urbana, che sono stati oggetto di mostre alla Biennale d’Architecture et de Paysage (2019) e al Pavillon de l’Arsenal con il progetto “Scénarios Futurs”, vincitore del concorso FAIREPARIS (2020). Il suo progetto per Villa Medici, intitolato Substruction, è una rilettura dei muri di contenimento di Roma, visti come oggetti estetici nello spazio urbano che supportano narrazioni e interazioni collettive. Attraverso un’indagine sui muri palinsesti della città e la produzione di oggetti metaforici ad essi ispirati, il suo progetto mira a fare propri i muri che ci circondano, nel tentativo di qualificarli e reinscriverli nel campo dell’estetica. Da opera d’arte a opera d’arte, il muro di contenimento va oltre la sua funzione tecnica iniziale, come elemento tangibile che apre nuove potenzialità abitative nello spazio urbano.
Il suo sito web Ritratto foto © Daniele Molajoli Ritratto video © Laurent Perreau per l’Académie de France à Rome – Villa Médicis

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Hamedine Kane

Hamedine Kane (Mauritania, 1983) è un artista e regista senegalese che vive tra Dakar, Bruxelles e Parigi. Il suo lavoro si concentra sull’esilio, il vagabondaggio, l’eredità e la consapevolezza che nasce dalle esperienze politiche post-indipendenza di alcuni paesi africani. Si interroga sulla loro storia recente, in particolare su quella del Senegal, e ne riflette gli sconvolgimenti e le aspirazioni intorno alle nozioni di afro-nostalgia e afro-utopia. Hamedine Kane si interessa anche all’influenza della letteratura africana, afroamericana e afrodiasporica sull’impegno politico, sociale e ambientale. Hamedine Kane ha recentemente partecipato a numerosi festival e biennali in Francia e all’estero, tra cui le Biennali di Dakar e Berlino nel 2022, la Biennale Momenta nel 2021, la Biennale di Taipei nel 2020 e una serie di mostre nell’ambito della stagione Africa2020 in Francia.

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Kapwani Kiwanga

Kapwani Kiwanga (Canada, 1978) è un artista francese e canadese che vive e lavora a Parigi. Kiwanga ha studiato antropologia e religione comparata presso la McGill University di Montreal e ha seguito un corso di arte presso l’Ecole des Beaux-Arts di Parigi. Nel 2022 ha ricevuto il Premio d’Arte di Zurigo (CH). Ha vinto il Prix Marcel Duchamp (FR) nel 2020, il Frieze Artist Award (USA) e il Sobey Arts Award (CA) nel 2018. Rappresenterà il Canada alla 60° Biennale di Venezia nel 2024. Kiwanga è rappresentata dalla Galerie Poggi di Parigi, dalla Goodman Gallery di Johannesburg, Città del Capo e Londra e dalla Galerie Tanja Wagner di Berlino.

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Laure Limongi

Laure Limongi (Francia, 1976) sta sviluppando un lavoro transdisciplinare che intreccia musica, performance e arti visive, oltre a storia e scienza. La predilezione di Laure Limongi per l’indagine, le parole, l’espressione e il linguaggio si esprime attraverso una varietà di gesti artistici. Scrive libri – romanzi, documentari, saggi, poesie – e li mette in scena sotto forma di conferenze. Le sue ultime opere pubblicate includono il dittico Ton cœur a la forme d’une île e On ne peut pas tenir la mer entre ses mains (Grasset, 2019 e 2021) e la raccolta J’ai conjugué ce verbe pour marcher sur ton cœur (L’Attente, 2020). Appassionata di odissee collettive, Laure Limongi sviluppa collaborazioni artistiche e insegna scrittura creativa all’École nationale supérieure d’arts de Paris-Cergy, dopo essere stata editore per circa quindici anni e aver co-diretto il Master de création littéraire di Le Havre.

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Morad Montazami

Morad Montazami (Francia, 1981) è uno storico dell’arte, editore e curatore. Dopo aver lavorato alla Tate Modern (Londra) tra il 2014 e il 2019 come curatore “Medio Oriente e Nord Africa”, ha sviluppato la piattaforma editoriale e curatoriale Zamân Books & Curating, che esplora e rivaluta le modernità arabe, africane e asiatiche. Ha scritto numerosi saggi su artisti come Zineb Sedira, Walid Raad, Latif Al Ani, Faouzi Laatiris, Michael Rakowitz, Mehdi Moutashar e Behjat Sadr e ha organizzato mostre come Bagdad Mon Amour, Institut des cultures d’Islam, Parigi, 2018; New Waves: Mohamed Melehi and the Casablanca Art School, The Mosaic Rooms, Londra & MACCAL, Marrakech & Alserkal Arts Foundation, Dubai, 2019-2020 ; Douglas Abdell: Reconstructed Traphouse, Cromwell Space, Londra, 2021 ; Monaco – Alessandria. La grande deviazione. Città mondiali e surrealismo cosmopolita Nuovo Museo Nazionale di Monaco, 2021-2022.

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Justinien Tribillon

Justinien Tribillon (Francia, 1989) è un curatore, scrittore e redattore il cui lavoro spazia tra diversi media e discipline: scienze sociali, fotografia, architettura e storia. Nel 2021 ha presentato la mostra “Welcome to Borderland” sulla migrazione delle piante alla Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2023 curerà e produrrà “Jachères”, un’esplorazione delle aree urbane e suburbane abbandonate nel nord della Francia attraverso l’arte, il design e l’architettura. Justinien Tribillon ha conseguito un dottorato in pianificazione urbana presso la Bartlett School of Planning, University College London, ed è autore di una tesi sul Boulevard périphérique de Paris come artefatto socio-tecnico. Cofondatore di Migrant Journal, una rivista di sei numeri che esplora la migrazione in tutte le sue forme, oggi collabora come giornalista e critico di architettura con diverse pubblicazioni tra cui The Guardian, The Architectural Review e AOC.

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Martin Planchaud

Nato a Bordeaux, Martin Planchaud ha iniziato a lavorare in cucina con gli chef che si erano appena diplomati nei ristoranti stellati della città. Desideroso di ampliare la sua esperienza e di imparare nuovi modi di cucinare da chef di grande ispirazione, ha viaggiato in Canada e poi a Parigi. Il suo amore per la tradizione e la sperimentazione lo ha portato alla ricerca del movimento. Lungo la strada si è imbattuto nella residenza di design Domaine de Boisbuchet e ha deciso di dedicarsi alla creazione di luoghi che combinano cucina, arte e design. Gli piace pensare alla cucina come a un parco giochi e a un luogo di incontro per i designer. Ha collaborato con diversi designer culinari. Dopo una serie di viaggi di ispirazione della durata di diversi mesi, durante i quali si è dovuto adattare a culture diverse, in particolare in Messico, India e Italia, si è recato a New York per cimentarsi in diverse posizioni di chef senior. Ha continuato questa esperienza nel settore della ristorazione nei Paesi Baschi. Il Domaine de Boisbuchet continuerà ad essere un evento annuale che gli permetterà di iniettare nuove energie, espandere la sua rete e consolidare le sue collaborazioni.

 

Pur avendo sede a Biarritz, sceglie di rimanere in movimento per continuare a scoprire nuovi modi di concepire il suo mezzo. Questo gli permette di rimanere fedele alla qualità dei prodotti scelti e di adattarsi ai cambiamenti stagionali in modo coerente. Martin Planchaud si considera un artigiano culinario che pone al centro della sua cucina l’attaccamento al gusto e all’aspetto visivo dei piatti che propone.

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Clémence Quélennec

Clémence Quélennec (Francia, 1991) è una produttrice musicale. Dopo 8 anni di tour con la rock band francese La Femme, Clémence ha deciso di trasferirsi in Marocco. Ha trascorso 4 anni lì, ricaricandosi nella natura e riconnettendosi con se stessa, scoprendo Ableton, componendo un EP (Dune Solitaire pubblicato nel 2019) con il suo computer, la sua tastiera e le canzoni della natura. Ispirata da questo nuovo ambiente, sta sviluppando un progetto ambient che considera un ecosistema artistico a sé stante: Ajasphère. Ha composto una ventina di brani atmosferici e ipnotici, che ha pubblicato ad ogni luna nuova e piena. Ogni brano è accompagnato da un’animazione creata a partire dalle sue illustrazioni, che alimenta con i paesaggi che la circondano e la sua immaginazione. Nel 2022 è tornata in Francia dove ha accompagnato Jacques sul palco, suonando le tastiere. Esplora anche la musica ambient acustica con l’Acoustic Ambient Consort, dove suona l’arpa. Attualmente si sta concentrando su un nuovo EP ambient che uscirà alla fine del 2023.

 

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Pierre Adrian

Pierre Adrian (Francia, 1991) è uno scrittore. Il suo primo libro, La Piste Pasolini, è stato pubblicato nel 2015 ed è il resoconto di un viaggio iniziatico sulle orme del poeta e regista italiano, per il quale ha ricevuto il Prix des Deux-Magots e il Prix François-Mauriac dell’Académie française. Pierre Adrian ha poi pubblicato Des Âmes simples (Prix Roger-Nimier), Le Tour de la France par deux enfants d’aujourd’hui (con Philibert Humm) e Les Bons garçons, anch’essi pubblicati da Les Équateurs. Nel 2022, il suo romanzo Que reviennent ceux qui sont loin è stato pubblicato da Gallimard. Alla sua uscita, Marine Landrot ha scritto su Télérama: “Raramente una scrittura così limpida e curata è in grado di suscitare un’emozione vicina alle lacrime”. Giornalista di formazione, tifoso di calcio e appassionato di ciclismo, Pierre Adrian è editorialista del quotidiano L’Équipe dal 2016.

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