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Villa Medici
Una volta varcato il portone dell’imponente facciata del Viale della Trinità dei Monti, i visitatori non possono rimanere indifferenti al luogo che si apre davanti a loro. Dall’atrio d’ingresso di Villa Medici, non c’è alcun accenno alla luce abbagliante che entra dalla loggia e dalla sua baia di serlianne, né alla raffinatezza della facciata interna ornata da antichi bassorilievi mentre si scende la preziosa scala pavimentata in marmo.
La conservazione, lo studio e la valorizzazione di questo patrimonio edilizio e paesaggistico è una delle tre missioni dell’Accademia.
Villa Medici fu la residenza estiva del Cardinale Ferdinando de’ Medici nel XVI secolo ed è un esempio di villa rinascimentale completamente conservata. Circondata da un giardino di 7 ettari delimitato da un lato dalle Mura Aureliane e dall’altro da un belvedere che domina la città, Villa Medici presenta una silhouette caratteristica nel paesaggio romano con le sue due torrette simmetriche.
I soffitti a cassettoni e i fregi dell’appartamento del cardinale sopra la loggia, realizzati dal pittore fiorentino Jacopo Zucchi intorno al 1584-1585, sono tra le opere decorative più importanti di Villa Medici. Concepito dal poeta e umanista Pietro Angeli da Barga, l’arredamento cosmologico e mitologico dell’appartamento evoca il destino glorioso di Ferdinando de’ Medici.
Nella Chambre des Amours, i dipinti sul soffitto furono bruciati all’inizio del XVIII secolo per ordine di Cosimo III de’ Medici, che li considerava troppo licenziosi. Dal 2015, sono stati sostituiti da sette grandi pannelli commissionati da Villa Medici al pittore Claudio Parmiggiani (1943-), che rivelano le sagome evanescenti di centinaia di farfalle.
All’estremità dei giardini, sopra le Mura Aureliane, due sale adiacenti affrescate nel 1576-1577 da Jacopo Zucchi costituiscono quello che è comunemente conosciuto come lo Studiolo. La prima sala contiene un favoloso affresco di piante, che le è valso il soprannome di “Stanza degli uccelli”: decine di specie di uccelli e animali popolano un pergolato circondato da un’abbondante flora. Questa decorazione intima era nascosta sotto un’imbiancatura applicata probabilmente all’inizio del XIX secolo: è stata scoperta in modo spettacolare nel 1985 dalla restauratrice residente Géraldine Albers, e ha subito un restauro completo nel 2010-2011, guidato da Luigi De Cesaris.
Piccola stanza adiacente alla Stanza degli Uccelli, la Stanza dell’Aurora presenta decorazioni grottesche sulle pareti e sul soffitto, in riferimento ai dipinti trovati nella Domus Aurea dell’Imperatore Nerone. Una tale varietà di decorazioni non si sarebbe più vista fino a molto tempo dopo, quando l’artista Horace Vernet, direttore dell’Accademia dal 1829 al 1834, decorò una delle torrette della Villa Medici con un arredamento neo-moresco nella cosiddetta sala ‘turca’, rivestita di terracotta colorata e pannelli di legno, oltre a un soffitto dipinto, esprimendo il sogno orientalista del suo tempo. Un secolo dopo, questo arredamento avrebbe ispirato Balthus, tra gli altri, per uno dei suoi famosi dipinti (La Chambre turque, 1965-1966, Centre Pompidou, MNAM-CCI).
I giardini storici di Villa Medici si estendono per quasi 7 ettari e vantano un ricco patrimonio vegetale, tra cui gli ultimi esempi rimasti dei maestosi pini a ombrello piantati da Jean-Auguste-Dominique Ingres all’inizio del XIX secolo.
Nel 1564, il Cardinale Giovanni Ricci acquistò la tenuta, che all’epoca era un modesto appezzamento di terreno coltivato a vite, e intraprese un’importante opera di sviluppo. In particolare, fu responsabile della rete di irrigazione che alimentava le numerose fontane, opera dell’ingegnere matematico milanese Camillo Agrippa. Nel 1576, quando il Cardinale Ferdinando de’ Medici acquistò la tenuta dagli eredi Ricci, continuò il lavoro del suo predecessore e ampliò la proprietà.
I giardini di Villa Medici, ispirati ai disegni toscani, sono divisi in tre aree: il piazzale con i quadrati adiacenti, il bosco e la braccheria. Di fronte alla loggia, il piazzale si estende sull’asse centrale della Villa. I quadrati sono costituiti da sedici aree verdi delimitate da siepi alle cui estremità sono collocate statue di Hermes, che conferiscono ai giardini un aspetto labirintico. Il bosco, piantato con lecci, è la parte più misteriosa dei giardini, dove Ferdinando de’ Medici amava cacciare gli uccelli. La braccheria è un’area storicamente riservata alla produzione orticola, che oggi ospita la serra dei giardini e parte degli alloggi per i residenti di Villa Medici.
Questa disposizione sapientemente progettata è piena di sorprese e meraviglie, come le numerose copie di oggetti antichi di Ferdinando, la monumentale loggia di Cleopatra e le Niobidi, un insieme scultoreo che evoca il mito greco di Niobe. Presenza silenziosa nei giardini, le erme poste agli angoli delle piazze sono busti e teste che sormontano un blocco verticale di marmo che, nell’antica Grecia e tra i Romani, segnava i limiti di soglie, proprietà, incroci e strade. La collezione di Ferdinando de Medici ne comprendeva 72, la maggior parte delle cui teste antiche sono state sostituite da calchi in gesso negli anni Novanta.
Solo il piazzale e i quadrati sono accessibili durante le visite guidate.