Marianne Dautrey

Residente
03.07.2023 - 04.08.2023

Residenza Medici

Cinema

Biografia

Dopo una vita da giornalista (rivista Mouvement, Monde des Livres ), redattrice (Gallimard, éditions de l’INHA), traduttrice di filosofia e letteratura tedesca (Walter Benjamin, Theodor W. Adorno), collaboratrice di numerosi editori, autori, artisti da sola o in gruppo (Marc Pataut, collectif le Perou et Siwa), Marianne Dautrey ha realizzato il suo primo documentario creativo nel 2017-2018(Bazin Roman, co-diretto con Hervé Joubert-Laurencin) e si appresta a completare il secondo (Fontaine. Trentatré minuti a documenta quindici co-diretto con Hervé Joubert-Laurencin).

Progetto

Il punto di partenza del regista è il film Claro, realizzato a Roma nel 1975 dall’esule brasiliano Glauber Rocha, con Juliet Berto, sua compagna all’epoca, e Carmelo Bene. Il film tocca una serie di temi ancora scottanti: l’esilio, il Sud del mondo, l’immobilismo politico e la parola, la poesia e la disperata ricerca della luce. Nei quasi cinquant’anni trascorsi da “Claro”, qualcosa del dialogo democratico e della “chiarezza” si è ancora perso nella Roma e nell’Italia del 2023, che ha portato al potere le forze di estrema destra. Paradossalmente, questo accade in un momento in cui il Brasile ha deciso di riavvicinarsi alle sue forze democratiche. Nel 2023 c’è uno strano chiasmo tra la Roma del 1975 e la Roma dell’esiliato Rocha per Claro. Marianne d’Autrey si propone di esplorare questo chiasmo attraverso la città di Roma, i suoi suoni, la sua luce e le parole che vi circolano.

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