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03.03 - 22.05.2022

Riunendo quasi 300 opere originali dal Rinascimento ai giorni nostri, le due presentazioni della mostra fanno luce su uno degli aspetti più repressi e meno controllati della pratica del disegno. Prendendo in esame le molteplici sfaccettature dello scarabocchio, dallo schizzo sul retro di un dipinto allo scarabocchio come opera d’arte, la mostra rivela come questi gesti grafici sperimentali, trasgressivi, regressivi o liberatori, che sembrano non obbedire a nessuna legge, abbiano costellato la storia della creazione artistica da tempo immemorabile.
Durante il Rinascimento, per liberarsi dalle costrizioni di quello che poi divenne noto come disegno “accademico”, gli artisti si rivolsero a forme grafiche libere, istintive e gestuali, che ricordavano i disegni rudimentali dei bambini, le divagazioni calligrafiche ai margini dei manoscritti o i graffiti di mani anonime che ricoprivano i muri delle città. Picasso, riferendosi ai bambini, disse: “Mi ci è voluta una vita per imparare a disegnare come loro”; Michelangelo si divertiva già a imitare i pupazzi graffitati maldestramente sulle facciate fiorentine. La mostra esplora questo lato nascosto del lavoro dell’artista, invitando i visitatori a guardare il retro dei dipinti o le pareti dello studio, i margini dei disegni o le decorazioni degli affreschi staccati….
Mettendo insieme le opere dei maestri del primo modernismo – Leonardo da Vinci, Michelangelo, Pontormo, Tiziano, Bernini, ecc. – con quelle dei principali artisti moderni e contemporanei – Picasso, Dubuffet, Henri Michaux, Helen Levitt, Cy Twombly, Basquiat, Luigi Pericle, ecc. – La mostra sfuma le classificazioni cronologiche e le categorie tradizionali (margine e centro, ufficiale e non ufficiale, classico e contemporaneo, opera e documento) e pone la pratica dello scarabocchio al centro del processo artistico.
Frutto di un progetto di ricerca a lungo termine condotto dai curatori, la mostra, co-prodotta con le Beaux-Arts de Paris, è il risultato di un ampio coordinamento internazionale. Ha il sostegno del Centre Pompidou di Parigi e una partnership con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, un’istituzione nazionale dedicata alle arti grafiche.
Scarabocchio / Scarabocchio. Da Leonardo da Vinci a Cy Twombly ha ricevuto notevoli prestiti da prestigiose istituzioni italiane ed europee, tra cui: Galleria degli Uffizi, Firenze; Gallerie dell’Accademia, Venezia; Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli; Biblioteca Reale, Torino; Opera Primaziale Pisana, Pisa; Musée du Louvre, Parigi; Staatliche Museen, Berlino; Museu Nacional Soares dos Reis, Porto; Bibliothèque Sainte-Geneviève, Parigi; Casa Buonarroti, Firenze; Archivio Nazionale di Stato, Roma; Musée du Petit Palais, Parigi…
Le due mostre complementari presenteranno ciascuna una selezione unica di opere e un’ambientazione unica. La mostra romana presenterà circa 150 opere e sarà suddivisa in sei sezioni tematiche, che riuniranno opere antiche e contemporanee.
Le due mostre di Roma e Parigi sono strutturate attorno a un nucleo di opere comuni, tra cui: porzioni di pareti degli studi di Mino da Fiesole e Giacometti; il dipinto L‘Enfant che mostra un disegno di Giovanni Francesco Caroto; fotografie di Brassaï e Helen Levitt; e una serie di opere emblematiche di Cy Twombly, Asger Jorn, il gruppo Cobra, Luigi Pericle e maestri del modernismo come Giacomo Balla.
1. All’ombra dello studio
Sul retro delle tavole e delle tele dei più famosi artisti rinascimentali, nei margini e nel verso dei loro fogli, sotto gli affreschi staccati, si trova una profusione di disegni e divertimenti grafici sorprendenti e per lo più poco conosciuti. Questa mostra raccoglie e rivela questo aspetto nascosto della creazione artistica.
2. Il gioco del disegno
Il gioco del disegno, in cui gli artisti si impegnavano durante un periodo riservato al tempo libero e allo svago, diede libero sfogo alla sperimentazione e allo sviluppo di uno “stile scarabocchiato”. Questo processo di “regressione controllata” è stato uno dei precursori dello sviluppo della caricatura come forma d’arte a sé stante.
3. Compositions incultes
Componimento inculto : questo ossimoro coniato da Leonardo da Vinci si riferisce agli schizzi rapidi, grezzi e rudimentali utilizzati per dare vita alla figura e ricercarne i movimenti e gli atteggiamenti. Dal Rinascimento in poi, i fogli da disegno dei maestri si riempivano, come bozze, di errori e vagabondaggi, fino a diventare illeggibili come macchie, generando immagini potenziali.
4. L’infanzia dell’arte
Con il suo Ritratto di bambino che ride mentre mostra un disegno, Giovanni Francesco Caroto inaugura una stagione di dipinti che giocano con la mise en abyme spesso ironica dei disegni dei bambini. In questi dipinti, gli scarabocchi apparentemente insignificanti ed effimeri acquisiscono un nuovo status: diventano oggetti teorici, introducendo una riflessione sulla nascita dell’arte e sull’impulso creativo.
5. Infanzia
All’inizio del XX secolo, alla ricerca di una spontaneità primitiva, l’avanguardia artistica europea guardò all’infantilismo come a un modo per rigenerare l’arte con una nuova vitalità. Da un lato, il motivo dell’uomo spadino o ubuesco e, dall’altro, i disegni gestuali a pastello del bambino spirografo, fornivano una fonte di ispirazione da declinare e reinterpretare.
6. Il richiamo del muro
L’immacolata perfezione dell’intonaco liscio chiama il gesto grafico a ricoprire la sua superficie, così come la ruvidità delle asperità dei muri fatiscenti lo invita a completare l’opera del tempo. Queste sedimentazioni temporali, attraversate dal riemergere di gesti antichi, affascinano gli artisti moderni, che attingono al linguaggio dei muri per creare un repertorio di forme e segni e cercano la forza del gesto dell’iscrizione.
Giovedì 17 marzo 2022
Francesca Alberti (storica dell’arte, Direttore del Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Académie de France di Roma, IT), Diane Bodart (storica dell’arte, docente alla Columbia University, USA)
Mercoledì 30 marzo 2022
Tim Ingold (antropologo, professore emerito dell’Università di Aberdeen, Regno Unito)
Giovedì 14 aprile 2022
Mauro Mussolin (architetto e storico dell’arte, professore all’Università di Chieti Pescara, ITA)
Giovedì 21 aprile 2022
Vincent Debaene (storico della letteratura e dell’antropologia, professore all’Università di Ginevra, CH)
Giovedì 5 maggio 2022: ANNULLATO
Anne Montfort-Tanguy (Curatore, Cabinet d’art graphique, Musée national d’art moderne – Centre Pompidou, Parigi, FR)
Giovedì 19 maggio 2022
Philippe-Alain Michaud (curatore responsabile della collezione di film del Musée national d’art moderne – Centre Pompidou, Parigi, FR)
Per tutta la durata della mostra saranno inoltre organizzati tour e laboratori a tema per famiglie e scolaresche.
Mostra in due parti:
Mostra ideata e organizzata dall’Académie de France à Rome – Villa Médicis e dalle Beaux-Arts de Paris
Con il sostegno del Musée national d’art moderne – Centre Pompidou, Parigi
In collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica, Roma

Francesca Alberti
Direttrice del dipartimento di Storia dell’Arte (2019 – 2025)
Borsista all’Accademia di Francia a Roma (2014 – 2015)
Contatto: [email protected]
Bio
Periodo: 2014-2015
Professione: Storico dell’arte Francesca Alberti, nata nel 1982, vive e lavora a Parigi. È dottore in storia dell’arte all’Université Paris I Panthéon-Sorbonne, con una tesi dal titolo Le rire, le comique et le ridicule dans la peinture Italienne de la Renaissance. Des facéties de Corrège aux fables burlesques de Tintoret. Specialista del Rinascimento, ha insegnato all’Université Paris I e all’Université catholique de l’Ouest-Angers. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste specializzate e in opere collettive (Cuckoldry and Impotence in Early Modern Europe,...

Philippe-Alain Michaud è curatore presso il Musée national d’art moderne – Centre Pompidou, responsabile della collezione di film, e insegna storia e teoria del cinema all’Università di Ginevra. È autore di Aby Warburg et l’image en mouvement (Macula, 1998), Le peuple des images (Desclée de Brouwer, 2004) e Sur le Film (Macula, 2016), Anime primitive. Film, peluche e figure di carta (Macula, 2019) e ha scritto numerosi articoli sul rapporto tra cinema e arti visive. Ha curato diverse mostre, tra cui: Comme le rêve le dessin (Musée du Louvre/Centre Pompidou, 2004), Le mouvement des images (Centre Pompidou, 2006), Nuits électriques (Museum of Photography, Mosca e Laboral art centre, Gijon, 2007), Tapis volants (Villa Médicis, Roma e Les Abattoirs, Tolosa, 2010), Imag...