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10.11.2016
“Le piante e gli animali che popolano il Bosquet di Villa Medici sono molti e variegati, e cambiano l’ambiente e la sua natura con le stagioni (…) In questo modo, anche gli artisti di oggi interagiscono con la Villa (…).
Le pensionnaire absent (2016) è una performance in cui Driand Zeneli (Shkoder, 1983; vive e lavora a Milano) desidera ‘discutere su come sfidare la prospettiva storica che permette ai partecipanti di una specifica narrazione storica di esprimersi. Sfruttando un’assenza [l’azione“tende a trasformare il senso di responsabilità collettiva nei confronti degli individui che hanno contribuito e partecipato alla storia di un luogo”.
Nella Sala della Musica, Martin Soto Climent (Città del Messico, 1977; vive e lavora a Città del Messico) espone Caramel Huysmans (2015) in pelle naturale e legno, e The Pleasure of the Seed (2014) in tessuto e una varietà di materiali, reinterpretando le vicende umane, emotive e sensuali, che hanno animato la vita quotidiana dell’Accademia per secoli.
Joseph Griffiths (Melbourne, 1984; vive e lavora a Melbourne) dà vita a Communicating Vessels (2016), composto da una serie di contenitori d’acqua disposti geometricamente sotto la Loggia di Cleopatra. L’artista fa così rivivere simbolicamente le dinamiche idrauliche della Villa e rende omaggio alla complessa storia di questa architettura e alle sue origini romane.
Adrien Missika (Parigi, 1981; vive e lavora a Berlino) ha collocato la sua opera Untitled (2016) nello Studiolo, una gabbia per uccelli vuota e aperta. È un “gesto” che gli permette di liberare gli animali e le piante che decorano il soffitto della stanza (…) la cui immagine si moltiplica per mezzo di uno specchio posto alla base della piccola installazione (…). Un inno alla libertà e al rispetto per tutte le forme di vita esistenti. Un inno che riappare in Video works in Gipsoteca (2004-16) di Denis Savary (Granges Marnand, 1981; vive e lavora a Ginevra), dove una serie di televisori, collocati tra gli intonaci della Gypsothèque, proiettano visioni e angoli naturali, portando il paesaggio circostante nella stanza in forma idealizzata e limitata (…)”.
Pier Paolo Pancotto, Bois d’amour, novembre 2016