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13.12.2018
Un video che riproduce gli interni di una palestra di boxe, una composizione sonora diffusa in sottofondo, dei posaceneri in bronzo dipinto, un contenitore colmo di patatine fritte, collocati da Valentin Carron all’interno della Neviera, trasformano l’antico padiglione situato nei giardini di Villa Medici in un luogo “altro”, sospeso nel tempo e nello spazio, capace di provocare quel senso di spaesamento che sovente ricorre nel lavoro dell’artista. Le sue opere così come le sue installazioni, infatti, attingono spesso al repertorio iconografico e iconologico del quotidiano per poi ridefinirne il valore semantico originale attraverso una nuova, talvolta insolita riproposizione estetica, formale, logistica. In tal senso, è come se egli rielaborasse la realtà lasciando affiorare una sorta di mondo parallelo, invisibile in apparenza ma percepibile sul piano intellettuale, in linea con l’estetica metafisica che, a proprio modo, evoca rinnovandone i codici. L’intervento odierno, La lente et délicieuse glissade, appositamente concepito per l’Academia di Francia, ne è una prova particolarmente seducente, grazie anche al carattere ambientale e multisensoriale che caratterizza il suo progetto.