Jean-Baptiste Ganne
Jean-Baptiste Ganne
Periodo: 2006-2007
Professione: Arti plastiche Nato a Gardanne nel 1972. La critica radicale della nozione di lavoro (Jappe, Krisis) e la sua importanza nella rimessa in discussione del capitalismo contemporaneo hanno, in un certo modo, confermato le mie intuizioni sulle modalità di rapporto al lavoro tipiche del Mediterraneo, e non soltanto all’Italia, ma anche alla Dalmazia o alla Provenza (per citare dei luoghi familiari). Nel Mediterraneo il lavoro è visto come un processo lungo. La cottura dello stufato, la cottura lunga, potrebbe esserne un esempio, il lavoro si fa da soli, nella durata. Il piatto guadagna sapore e raffinatezza a grazie alle cotture e delle ri-cotture. In un certo senso si tratta di confrontare il Lavoro – W (Work), cioè la nozione fisica di misura di spostamento di un corpo – con il “far niente”, che non è il “non lavorate mai” situazionista, ma piuttosto un “lasciamo che le cose facciano il loro corso”. Non si tratta di tale o talaltro aspetto della cultura italiana, ma di ricollocare una pratica, di ricontestualizzarla e di vedere cosa può venirne fuori. Ciò che ne deriverà sarà necessariamente una misura dello scarto. Un po’ come se Ingres non avesse affatto dipinto l’Italia dal suo atelier romano.