Storia dell'arte - Borsa Daniel Arasse

Nicolas Sarzeaud

Nicolas Sarzeaud

03/07/2023 / 31/07/2023
Inizio residenza 03/07/2023
Fine residenza 31/07/2023

Nicolas Sarzeaud ha conseguito un dottorato in storia medievale, con specializzazione in storia dell’arte, ed è ricercatore associato presso l’Università di Lione 2/Ciham. Nicolas Sarzeaud ha discusso la sua tesi all’EHESS sotto la direzione di Étienne Anheim e Pierre-Olivier Dittmar, sul tema dei santuari di Cristo venerati alla fine del Medioevo.

Si interessa di storia delle reliquie e delle immagini, e più in particolare delle impronte del corpo di Cristo considerate “vere immagini” e oggetto di culto tra la fine del Medioevo e la prima modernità; Si occupa inoltre della riproducibilità del patrimonio contemporaneo da un approccio antropologico all’arte attraverso indagini sui facsimili nel patrimonio contemporaneo (Chauvet, Lascaux, calchi di Versailles, Notre-Dame nell’ambito del progetto del CNRS).

Progetto a Villa Medici: la ricezione romana della Sindone di Chambéry-Torino tra la fine del Medioevo e la prima modernità

La Sindone di Torino, pur essendo regolarmente al centro dell’attenzione mediatica a causa di studi più o meno seri sulla sua autenticità, è stata a lungo lasciata da parte dagli storici accademici, privilegiando un approccio sociale al culto delle reliquie e delle immagini. Tuttavia, le ricerche si sono intensificate negli ultimi decenni con l’opera di Andrea Nicolotti e Paolo Cozzo, che hanno scritto la storia di questo oggetto apparso nel XIV secolo nella Champagne, acquistato nel 1453 dai duchi di Savoia e venerato a Chambéry e poi, dal 1578, a Torino. La Sindone fa parte di un boom globale di immagini impresse in Occidente, iniziato nel XIII secolo con il successo di una santa con impresso il volto di Cristo in un telo, conservato in Vaticano, la “Veronica”, che divenne rapidamente l’immagine più famosa dell’Occidente cristiano.

La Sindone, rimasta a lungo sullo sfondo, divenne un’immagine sacra importante nel corso del XVI secolo, celebrata da alti prelati dell’Italia settentrionale come Alfonso Paleoti e Carlo Borromeo. Il culto della Veronica era allora in declino, soprattutto dopo il sacco di Roma del 1527, quando la reliquia sembrava essere scomparsa. Come vedevano gli ambienti romani (la curia, ma più in generale i principali studiosi della città) il successo di questa nuova immagine?

Nel contesto della mia riflessione sulla copia, mi interesseranno in particolare le copie romane della Sindone: una di esse, la Sindone di Alcoy, si ritiene sia stata commissionata da Pio V nel 1571, mentre una chiesa di Santa Sindone dei Piemontesi, ricostruita con questo nome nel 1605, conserva anch’essa una riproduzione della reliquia. La Sindone di Torino ha avuto una vita romana tra il tardo Medioevo e il periodo tridentino?

Image : Le cardinal Paleotti priant le Suaire, gravure sur cuivre (Alfonso Paleotti, Esplicatione del sacro lenzuolo ove fu involto il Signore e delle piaghe in esso imprinted col suo pretioso sangue confrontate con la Scrittura sacra, Bologna, Rossi, 1599).