Frédérique L0utz – Zéro – Tous les zéros passent à Rome

Nel sistema numerico romano lo zero non esiste, si tratta di una astrazione. Per gli Arabi lo zero è il numero che contiene in sé tutti i numeri. Oggi, esso orchestra ogni scala, ogni graduazione, è presente in ogni codice, in ogni forma. Un vuoto che assorbe tutto. Roma è per me un momento di stallo attivo che lega e offre una lettura di ogni passato, di ogni futuro. Il momento Zero. Il presente assoluto. La molle armonia dei toni caldi di Roma, il sole basso, hanno risvegliato in me il desiderio di immergermi per intero nella materialità del numero, delle ombre. Il nero dell’inchiostro dei disegni fatti a Roma durante il mio anno di soggiorno a Villa Medici (vacanza romana) tenta di dare un contorno e un corpo a queste inafferrabili passeggiatrici, oscure quanto loquaci. Sono state loro a mostrarmi le storie della costruzione del mondo degli uomini, delle loro ricerche affannose, intrecciate di conquiste e sconfitte, partendo da tutte le infanzie verso l’unica, trionfante fine. Qui, la coscienza del vasto territorio originario, la promettente molteplicità dei segni in divenire, solidificano la vaporosa dimora eterna. Le ombre, quelle sirene che cantano le dense profondità dei collage del tempo di questa Roma dalle incantevoli sfaccettature, i loro artifici ottici e tangibili, che sposano il fantasmagorico con il fantomatico, rendono possibile l’attraversamento dello specchio. Il sogno sposa il reale. Il doppio stroppia. Le dimensioni si intersecano. Il labirinto completa il palinsesto. Il dipinto si appende al muro, io ho preferito nuovamente alimentare la mobilità senza per questo allontanarmi dal mio fedele compagno: il disegno. Ho cercato di scavargli un solco con la punta del pennino, per inventare la potenza. Le sue reti fatte di tratti e superfici incise e le mie raccolte di oggetti reietti, acquistati, mi hanno permesso di comporre la cartografia d’una memoria attiva, passeggiando per la città, percorrendo la mia vita.