Jacques Ibert

«Voglio essere libero, sgombro da tutti i pregiudizi che dividono tanto arbitrariamente i difensori di una certa tradizione e i partigiani di una certa avanguardia (…). Lontano da ogni teoria per la quale potrei diventare schiavo, scrivo secondo le esigenze della mia sensibilità. Quello che conta in arte è il più delle volte quello che commuove e quello che sorprende. L’emozione non si imita: ha il proprio tempo. La sorpresa si limita: non è che un effetto transitivo della moda».

Jacques Ibert nacque a Parigi il 15 agosto 1890. Su consiglio di Manuel de Falla si dedicò agli studi musicali al Conservatorio di Parigi dal 1910 al 1914. Decorato con la Croce di Guerra al termine della prima Guerra mondiale, si presentò al Concorso di Roma (ottobre 1919) e ottenne immediatamente il Primo Grande Premio.

Borsista a Villa Medici dal 1920 al 1923, Jacques Ibert compose due delle sue opere orchestrali più importanti, La Ballade de la geôle de Reading da Oscar Wilde (1920) e Escales (1922). Entrambe conobbero un successo immediato.

Direttore dell’Accademia di Francia a Roma dal 1937 al 1960, tranne gli anni della guerra, Jacques Ibert fu il primo e unico compositore nominato al posto di direttore. Fu anche il primo direttore a prestare molto attenzione alla libertà d’espressione dei borsisti contro il Regolamento e il parere dell’Accademia delle Belle Arti.

Preoccupato di fare risplendere nell’ambito di Villa Medici, tutto che ciò che poteva servire al prestigio dell’arte francese, dall’organizzazione di concerti o di spettacoli, lo fu anche nell’offrire ai borsisti delle possibilità di incontri con artisti e personalità importanti.

Nel 1955, accettò il posto d’Amministratore generale della “Réunion des théatres lyriques nationaux” solo a titolo provvisorio e a patto di conservare la direzione di Villa Medici. Nel giugno 1956, venne eletto all’Istituto di Francia. Nel 1960, Jacques Ibert raggiunse il limite d’età e dovette lasciare Villa Medici. Morì a Parigi il 5 febbraio 1962.

L’opera musicale composta da Jacques Ibert è costituita da degli spartiti di teatro come Angélique (1926), Le Roi d’Yvetot (1928), Le Chevalier Errant (1935) e due opere realizzate con Honegger: L’Aiglon (1937) e Les Petites Cardinal (1938). Creò anche alcuni balletti di cui il più famoso è Diane de Poitiers (1934). Nell’ambito sinfonico, oltre Escales e la Ballade de la geôle de Reading, citiamo le Divertissement (1930), la Symphonie Marine (1931), la Symphonie concertante avec hautbois (1949), l’Ouverture de Fête (1940), Tropismes pour des Amours Imaginaires (1957) e alcuni concerti (per violoncello e strumenti a fiato, per flauto, per sassofono e piccoli ensemble). Compose anche più di sessanta spartiti per il cinema come quello di Don Quichotte di Pabst e di Macbeth di Orson Welles. Nell’ambito della musica strumentale, possiamo citare Histoires pour piano (1922) e il Quatuor à cordes (1937-1942).