Guillaume Guillon-Lethière

Guillaume Guillon-Lethière, nato a Sainte-Anne (Guadalupa) il 10 gennaio 1760 e morto a Parigi il 22 aprile 1832, è un pittore francese.

Figlio naturale di una schiava della Guadalupa affrancata, dal nome di Marie-Françoise e del procuratore del re in Guadalupa, Pierre Guillon, che lo riconosce, a Parigi, il 18 germinale annno VII, Lethière manifesta sin dall’infanzia una particolare predisposizione per la pittura, che convince suo padre a mandarlo in Francia nel 1774.

Alloggiato inizialmente presso Descamps, professore all’Ecole des beaux-arts di Rouen – con lo pseudonimo di Letiers, che trasforma in Lethiers, e poi in Lethière, perché era il terzo figlio – in tre anni fece dei rapidi progressi. In seguito si trasferisce a Parigi e inizia a lavorare per il pittore del re, Doyen, presso cui rimane fino al 1786.

Ottenuto il Grand prix, parte per Roma. Testimone di grandi sforzi, da parte di artisti eminenti, mirati a riportare la pittura allo studio dell’antico, era deciso a seguire questa via. A Roma ottiene grandi successi e i suoi studi sono molto apprezzati in Francia. Di ritorno a Parigi nel 1792, consolida la sua reputazione con grandi opere, che gli valgono la nomina, nel 1807, a direttore dell’Académie de France à Rome, dove resta per dieci anni grazie al rinnovo del suo primo mandato. Si trova a Roma quando, nel 1815, viene nominato membro dell’Académie des beaux-arts. Inizialmente il re rifiuta di ratificare la sua elezione, ma poi torna sui suoi passi.

Tornato in Francia, Lethière apre un atelier da cui escono numerosi validi allievi e diventa professore dell’École des Beaux-Arts nel 1819. Compie quattro volte il viaggio in Italia, in Inghilterra e in Spagna. I suoi talenti sono diversi; tratta la storie e il paesaggio con superiorità e dipinge l’architettura con abilità.

Primo meticcio a imporsi nel mondo artistico europeo, Guillon Lethière dipinge un quadro che rappresenta Pétion e Dessalines, dal titolo “Le Serment des ancêtres” e lo firma “Lethière, nato in Guadalupa”, poi donato alla nuova repubblica di Haiti.