Progetto di ricerca di Alessandro Gallicchio Laureato André Chastel

Alessandro Gallicchio è professore di storia dell’arte contemporanea all’École supérieure des beaux-arts de Nîmes e membro associato del laboratorio TELEMMe (AMU-CNRS). È stato nominato laureato André Chastel per un progetto di ricerca intitolato : Le Pavillon Albanie de la Prima Mostra Triennale delle Terre d’Oltremare à Naples (1940). Traces d’un dispositif de « colonialité » fasciste. (Il padiglione Albania della Prima Mostra Triennale delle Terre d’Oltremare a Napoli (1940). Tracce di un sistema “coloniale” fascista.)

Questa ricerca mira a studiare tutti i beni materiali esposti nel Padiglione Albania, costruito dagli architetti Gherardo Bosio e Pier Niccolò Berardi in occasione della Prima Mostra Triennale delle Terre d’Oltremare nel 1940.

Organizzata a Napoli nel contesto delle richieste espansionistiche del regime fascista italiano, la mostra mirava a promuovere un discorso ideologico a favore dell’occupazione coloniale, e pretendeva di giustificare l’annessione territoriale dell’Albania utilizzando concetti filiali come “latinità” e “romanità”.

Questo evento, e tutte le produzioni artistiche concepite per l’esposizione coloniale (le opere di Primo Conti, Gianni Vagnetti, Bruno Innocenti e Mario Romoli, il reportage fotografico di Giuseppe Massani e le scoperte archeologiche di Luigi Maria Ugolini), sollevano questioni centrali per la storia e il futuro di un patrimonio che si è definito fondamentalmente “romano” ed è oggi percepito come “dissonante” o “difficile”: questa architettura deve essere ridotta, rivelata, riciclata, censurata, vandalizzata, distrutta? Possiamo vivere con questi elementi? Se sì, come? Sulla base di uno studio semiologico del complesso architettonico, la ricerca cerca di rispondere a queste domande interrogando anche i processi (riusciti o meno) di restituzione degli oggetti rubati dall’Albania per la decorazione museografica delle sale espositive.

Allo stesso tempo, al fine di commissionare a un artista contemporaneo un intervento su – o basato su – queste tracce del passato totalitario, viene elaborato un progetto di mostra. Questa componente più sperimentale non solo permette di decostruire la retorica coloniale del fascismo, ma anche di ripensare o riutilizzare questi spazi ormai abbandonati.