L’opera video di Thierry Kuntzel

Per la prima volta in Italia, sono proiettate tre opere video di Thierry Kuntzel a Villa Medici: Echolalia , Nostos I e Venises . Questo è un evento unico per vedere le opere di uno dei maggiori artisti francesi della sua generazione, scomparso lo scorso anno, e che ha esposto in molti paesi, ma mai in Italia. A cura di Christophe Marchand-Kiss (artista residente all’Accademia di Francia) PROGRAMMA Lunedì 17 marzo ore 20.30 – Inaugurazione – Proiezione di Echolalia (32′) – Incontro con Christophe Marchand-Kiss e Corinne Castel (produttrice di Thierry Kuntzel) – Letture di testi di Thierry Kuntzel Sala cinema Michel Piccoli Da martedì 18 a lunedì 24 marzo – Installazione Installazione Venises (8′ in loop) 11.00 – 18.30 Salon vert Martedì 25 marzo ore 20.30 – Chiusura – Proiezione di Nostos I (45′) – Letture di testi di Thierry Kuntzel Sala cinema Michel Piccoli LE OPERE Echolalia Monobanda video su monitor, a colori, sonoro, 32 min, 1980 (Galerie Nationale du Jeu de Paume, Paris; Musée d’art contemporain, Montréal; École nationale des Beaux-Arts, Bourges; Le Fresnoy – Studio national des arts contemporains, Tourcoing) Echolalia : la ripetizione automatica della parola dell’altro. La ninfa Eco era stata condannata da Era a non parlare mai per prima. Ripeteva dunque infallibilmente le ultime sillabe dell’altro. La persona è una, ma al tempo stesso due. Ora è da un lato dello schermo, ora dall’altro; le due metà si ricongiungono al centro, in una sola forma circolare ed enigmatica. Riflessi, doppio simmetrico ed asimmetrico, incrocio, un impossibile gioco di immissione dell’uno verso l’altro. Con le musiche di Jean-Yves Bosseur. Venises Monobanda video in loop, a colori, muto, 8 min, 1995 (Biennale de Venise; Galerie Yvon Lambert, Paris; Le Fresnoy – Studio national des arts contemporains, Tourcoing) E’ un piano fisso sull’imbarcadero del Lido all’ora blu, il passaggio delle imbarcazioni e un intenso cambiamento di luce. Il tempo è concentrato: dai quaranta minuti di riprese agli otto del finale del film (congelamento dell’immagine…). Un’impressione di continuità nonostante i cambiamenti di velocità. «L’immagine scorre, come nello storico “travelling” di Promio sul Canal Grande. Ma il movimento deriva qui soprattutto dagli oggetti – barche, di tutte le dimensioni – che passano e ripassano, ad intermittenza e all’interno di un piano fisso. Un tale movimento diviene il fremito della vita, intrappolata, trasfigurata. (…) Il tempo in una notte rossa e annebbiata cade a filo d’acqua e che lo spettatore non sa più veramente chi sia.» Raymond Bellour (“D’un autre cinéma”, Trafic, n° 34, été 2000) Nostos I Monobanda video su monitor, a colori, muto, 45 min, 1979 (Galerie Nationale du Jeu de Paume, Paris; Musée d’art contemporain, Montréal; École nationale des Beaux-Arts, Bourges; Le Fresnoy – Studio national des arts contemporains, Tourcoing) Nostos, in greco “nostalgia”: il dolore del ritorno. “Nostos I” intreccia, in un videogramma unico, tempi multipli: tempo della traccia, tempo dell’iscrizione e della cancellazione, tempo delle variazioni cromatiche e tempo della ripetizione. «Tutti questi meccanismi, presenza e assenza, dissimulazione e rivelazione, apparizione e sparizione, vita e morte disturbano fortemente la visione dello spettatore». Christophe Marchand-Kiss (Principe de l’identité et de l’unité dans quelques bandes de Thierry Kuntzel, catalogo, Galerie nationale du Jeu de Paume, 1993) L’ARTISTA THIERRY KUNTZEL (1948-2007) Teorico del cinema dagli inizi degli anni ‘70, Thierry Kuntzel è diventato uno degli artisti francesi più importanti dei nostri giorni. Nasce a Bergerac nel 1948, studia filosofia, linguistica, semiologia e prepara una tesi (incompiuta) sotto la direzione di Roland Barthes intitolata “Lavoro del film / Lavoro del sogno” e scrive numerosi testi sulla teoria e l’analisi del film. Dal 1972 al 1989, lavora al servizio della ricerca dell’ORTF, poi dell’INA ed insegna semiologia del cinema e analisi testuale del film all’Università Paris 1, all’IDHEC (la scuola nazionale di cinema) e in alcune università americane. Alla fine degli anni ’70, decide di dedicarsi interamente alla creazione artistica. Dopo avere realizzato alcune installazioni, a partire dal 1974, con marmo e neon, produce gran parte delle sue bande video tra il 1979 ed il 1980. Da allora, realizza soprattutto installazioni che implicano la proiezione di immagini, luce e suono. Anche la scrittura prende un posto rilevante nella sua carriera artistica. Il libro Title TK, che racchiude gli appunti dei suoi lavori, è apparso nel 2007 per le Edizioni Anarchie e a cura d’Anne-Marie Duguet. Il suo lavoro è stato oggetto di numerose mostre in ogni parte del mondo e le sue installazioni sono state acquisite da molti musei.

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