Scenografia - Residenza Medici

Olivier Vadrot

Olivier Vadrot

02/10/2023 / 03/11/2023
Inizio residenza 02/10/2023
Fine residenza 03/11/2023

Olivier Vadrot è nato nel 1970. Vive e lavora a Beaune, in Borgogna. Molto presto la sua carriera si è determinata all’incrocio di molti campi: architettura, design, curatela e scenografia di mostre, scena teatrale e musicale. Mentre studiava alla Scuola di Architettura di Lione, ha intrapreso l’avventura collettiva del Teatro Pluzdank (1996-2001). È cofondatore del centro d’arte contemporanea La Salle de bains di Lione (1999) e poi del gruppo Cocktail Designers (2004), all’interno del quale ha progettato diversi dispositivi di ascolto per etichette musicali (Le Kiosque électronique, 2004; Icosajack, 2007). Il soggiorno a Villa Medici come scenografo (2012-2013) ha segnato una svolta importante nella sua carriera.

Dal Circo minimo concepito durante questa residenza alla Cavea Survey, che lo ha poi portato a censire la maggior parte degli edifici performativi antichi, la sua pratica personale si è recentemente affermata rifocalizzandosi su micro-architetture che permettono di assemblare (Faire c’est dire, 2017), di dare forma al collettivo (Les Tribunes, 2015), di catalizzare dibattiti (Cavea, 2016). Mentre alcuni di questi dispositivi sono nomadi, riproducibili ed effimeri, ridotti a forme essenziali e realizzati con materiali poco costosi, altri sono stati impiantati in modo più duraturo nello spazio pubblico (Conversations, 2018; Orchestre, 2018; Fossils, 2020). Una prima opera monografica, intitolata Mêlées, è stata pubblicata nel 2020 da Catalogue Général, Parigi.

Progetto a Villa Medici :

CAVEA è il titolo provvisorio dato a un progetto di ricerca iniziato nel 2016 grazie a una borsa di studio Hors-les-Murs dell’Istituto Francese. Ha avuto origine nella biblioteca dell’Académie de France a Roma, un giorno dell’estate 2012, quando Maria Teresa De Bellis gli ha presentato un’opera di Auguste Caristie, Prix de Rome all’inizio del XIX secolo.

Il progetto di Olivier Vadrot si presenta come un’indagine documentata (foto, rilievi e disegni) di un vasto gruppo di edifici antichi per lo spettacolo: teatri, odeon, bouleuterion, stadi, ippodromi… ma anche alcuni edifici specifici, come la Pnyx ateniese o la Curia romana. Il tipo di edificio varia (tutto ciò che ha una gradinata), l’area geografica è molto ampia e il periodo storico ancora di più (dai primi edifici cretesi del II millennio a.C. alle reminiscenze di questa forma in epoca moderna). Un ampio spettro, quindi, ma un solo oggetto di studio, il dettaglio del livello. Espressi in sezione, da 3 a 5 gradini successivi mostrano l’edificio come un semplice sedile, il teatro visto come una panchina. Il che è abbastanza logico per chi si dichiara progettista. L’oggetto finale prenderà la forma di una vasta raccolta di disegni, raccolti in un libro, che sarà pubblicato nel 2024.

Questo studio è anche un modo per costruire un vocabolario formale in continua espansione, poiché la questione della forma data all’assemblea di un pubblico, quello che gli anglosassoni chiamano “audience”, è al centro della sua pratica di designer e artista da circa quindici anni.

© Lin Delpierre