Intervista a Rinaldo Alessandrini, direttore d’orchestra e clavicembalista

Protagonista del secondo concerto del Festival di musica barocca, dal titolo “Il salotto musicale del principe”, Rinaldo Alessandrini è uno dei più affermati clavicembalisti e direttori d’orchestra sulla scena internazionale. A Villa Medici, lunedì 10 agosto alle 21 , propone un concerto di musiche di Couperin, Frescobaldi, Storace, Händel e Bach, per ricreare l’atmosfera che si respirava nelle corti reali, dove la musica strumentale occupava un posto privilegiato nel divertimento del Principe. Il clavicembalo era uno strumento irrinunciabile del salotto musicale e doveva rispondere alla duplice funzione di strumento di musica e d’oggetto d’arte, proprio come quello di proprietà di Villa Medici, sul quale viene eseguito il concerto. Avete portato lo stesso programma del concerto di Villa Medici in altri eventi nazionali o internazionali? Si tratta di parte di un repertorio che ho suonato spesso un po’ dappertutto nel mondo. Quali musicisti l’hanno maggiormente ispirata? Monteverdi, sicuramente. Per il resto sono onnivoro e quindi trovo sensato trarre ispirazione da tutta la buona musica. Gli artisti contemporanei che hanno segnato più da vicino lo sviluppo della mia carriera musicale sono invece Nikolaus Harnoncourt, Gustav Leonhardt e Tom Koopman, sotto la cui guida ho studiato per un periodo. La sua carriera è internazionale. Quanto ha contato nel suo percorso la cultura italiana? La cultura italiana è stata la chiave di volta del mio lavoro. Sono italiano e ne sono orgoglioso anche se vorrei vedere il mio paese vivere in condizioni diverse. Si può dire che la musica barocca di Concerto Italiano costituisca un ponte tra la cultura italiana e quelle europee, in particolare quella francese? Il nostro repertorio è essenzialmente italiano. I contatti con la musica francese sono rari per motivi essenzialmente di mercato. Ma trovo di essere sicuramente più efficace e pertinente nella musica italiana anche se confesso che la musica francese o tedesca ha su di me un potere di fascinazione molto grande. Il pubblico mostra un forte interesse per la musica barocca, che potrebbe invece sembrare lontana, sia in termini storici che culturali. Qual è il segreto di tanto successo? La musica barocca è di più facile ascolto ma non per questo è banale. La lunghezza di ogni movimento musicale è sempre ridotta e richiede quindi all’ascoltatore uno sforzo di concentrazione non eccessivo. Nell’ambito di questo genere c’è inoltre un’enorme varietà di scelta: dalla musica meno impegnata a brani dalle grandi e complesse architetture contrappuntistiche. Quello della musica barocca è un linguaggio dotato di una sua logica, che resta alla portata di tutti coloro che vi si avvicinano con passione. Cosa significa per lei tenere un concerto in questo luogo? Anche se è la prima volta che mi esibisco qui, conosco Villa Medici come un luogo di grande cultura. Sono quindi molto lusingato di suonare qui. Quali sono i suoi prossimi progetti? A settembre sarò alla Scala di Milano con l'”Orfeo” di Monteverdi.

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