Storia dell'arte - Borsa Daniel Arasse

Anita Orzes

Anita Orzes

09/01/2023 / 08/02/2023
Inizio residenza 09/01/2023
Fine residenza 08/02/2023

Anita Orzes è dottoranda presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Grenoble Alpes e dell’Università di Barcellona e membro della piattaforma di ricerca internazionale Modernidad(es) Descentralizada(s) – MoDe(s). Studia la trasformazione del modello biennale e le reti transnazionali tra biennali in America Latina, Caraibi ed Europa.

Ha partecipato all’Evento Teorico della 14a Biennale dell’Avana e ha lavorato come mediatrice culturale alla 53a Biennale di Venezia. È stata documentalista per la mostra Caso de estudio. España. Vanguardia artística y realidad social: 1936-1976 (Institut Valencià d’Art Modern).

Si è laureata con lode in Conservazione dei Beni Culturali (Università Ca’ Foscari di Venezia, 2010) e ha conseguito un master in Storia dell’Arte Contemporanea e Cultura Visiva (Universidad Complutense de Madrid, Universidad Autonoma de Madrid e Museo Nacional Reina Sofia, 2011).

Oggetto della ricerca a Villa Medici – Accademia di Francia a Roma: La Nuova Biennale di Venezia: un’analisi critica della trasformazione del modello espositivo dal punto di vista della pratica curatoriale e della critica d’arte (1974-1977)

Nel 1973 il Senato della Repubblica Italiana approvò il nuovo statuto della Biennale di Venezia. Nel quadriennio successivo (1974-1977), sotto la direzione del socialista Carlo Ripa di Meana, la Nuova Biennale si trasformò in un istituto di cultura permanente, abbandonando il carattere festivaliero ed il sistema competitivo. La Nuova Biennale organizzò eventi di interesse internazionale e trasformò il modello espositivo adottato fino ad allora.

Il Consiglio Direttivo prese dunque in considerazione esperienze recenti (Giornate del Cinema Italiano, 1972-1973 e Festival de L’Unità, 1973), organizzò incontri con i Paesi partecipanti ed interpellò critici e storici dell’arte. Inoltre, tra il 1974 e il 1977, si tennero mostre di vario genere (Libertà al Cile, 1974, Proposte per il Mulino Stucky, 1975 e Ambiente, partecipazione, strutture culturali, 1976), attraverso le quali si è lavorato alla trasformazione del modello espositivo. In queste mostre, o dalla pratica curatoriale o attraverso un approccio più critico e teorico, parteciparono italiani (V. Gregotti, E. Crispolti, G.C. Argan) e stranieri (G. Forty e P. Restany).

Questo soggiorno di ricerca si propone di studiare i progetti espositivi ed i contributi teorici che hanno promosso la rivoluzione espositiva della Biennale. In primo luogo, intende analizzare l’influenza che esperienze precedenti hanno avuto sull’elaborazione teorica della Nuova Biennale. In secondo luogo, si propone di situare il ruolo ed il contributo degli storici e critici dell’arte Enrico Crispolti e Giulio Cargo Argan nella trasformazione del modello. In terzo luogo, mira a contestualizzare la rivoluzione espositiva nel contesto artistico e politico nazionale, inquadrandola anche nella realtà biennale degli anni Settanta.

Sebbene la Nuova Biennale si sia tenuta a Venezia, parte della storia di questo quadriennio è conservata negli archivi e nelle biblioteche di Roma. L’accesso a questi fondi documentari consentirà un nuovo approccio alla storia della Biennale, che finora è stata ricostruita ed analizzata principalmente sulla base della documentazione conservata a Venezia.

 

© Anita Orzes